Geosistemica: la geometria del mondo e il ruolo dell'uomo
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- 3 set
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Autore: Nicola Rosso Borghero - SOBORNOST - 03/09/2025
La geosistemica, una disciplina che sonda la complessità del nostro pianeta, non si riduce a un'arida mappatura di processi fisici. Essa si eleva a scienza filosofica e scientifica quando integra la dimensione umana, riconoscendo che il territorio non è un inerte spazio geografico, ma un sistema complesso, vivo e coeso, in cui ogni componente — naturale, umana e culturale — contribuisce in modo organico e interdipendente all'equilibrio del tutto. In questo quadro, il concetto di Sobornost (соборность) si inserisce come il principio fondamentale per comprendere e analizzare le interazioni tra l'uomo e il suo ambiente. Non si tratta di una mera metafora, ma di un meccanismo di funzionamento reale, un'ontologia del territorio che spiega le dinamiche di questo geosistema.
Tradizionalmente, la geosistemica si è concentrata su componenti fisiche come la geomorfologia, il clima e l'idrologia, relegando l'essere umano a un agente esterno, un perturbatore che agisce sul sistema. Questa visione, pur avendo una sua validità analitica, si rivela insufficiente e miope. L'introduzione del concetto di Sobornost sposta l'attenzione sulla dimensione umana del geosistema, riconoscendo che le comunità non sono attori esterni che agiscono sul territorio, ma parti integranti e interconnesse del sistema stesso. La loro cultura, le loro tradizioni, la loro economia e le loro relazioni sociali non sono meri epifenomeni, ma forze attive che modellano il territorio tanto quanto i processi di sollevamento tettonico, l'erosione o l'attività vulcanica. Il feedback che si instaura tra la comunità e l'ambiente è circolare e vitale: la conoscenza ancestrale dei cicli naturali, l'uso sostenibile delle risorse e la solidarietà comunitaria non sono scelte morali, ma diventano parte integrante del funzionamento del geosistema, stabilendo un circolo virtuoso di prosperità. Quando un popolo percepisce il territorio come una totalità organica, come un corpo vivente di cui è parte integrante, ogni azione intrapresa per la gestione delle risorse o la pianificazione territoriale è intrinsecamente orientata al bene comune. L'esistenza stessa di un popolo è intrinsecamente legata all'integrità del suo territorio, e ogni alterazione non ponderata si riflette in un'alterazione dell'identità collettiva.
La Sobornost si contrappone in modo radicale a una visione estrattiva e individualistica, che ignora i complessi meccanismi di feedback del sistema. Le politiche di globalizzazione, che tendono a imporre modelli economici e sociali standardizzati, agiscono spesso come catalizzatori di squilibri. Un'agricoltura intensiva, ad esempio, promossa da logiche di mercato esterne, può depauperare il suolo, inquinare irreversibilmente le falde acquifere e distruggere le pratiche agricole tradizionali, non solo impoverendo l'ambiente, ma anche spezzando il legame sociale e culturale tra la comunità e la sua terra. Questa dinamica non è un semplice "danno collaterale", ma un vero e proprio atto di depauperamento del geosistema, che ne mina la resilienza e la capacità di auto-rigenerarsi. La prosperità di un geosistema dipende dalla coesione della comunità che lo abita: non si può ottenere una gestione sostenibile del territorio senza una profonda coesione sociale, che la Sobornost incarna. Analizzare un geosistema senza comprendere la sua Sobornost (o la sua assenza) significherebbe ignorare il motore principale della sua evoluzione e della sua resilienza.
L'integrazione della Sobornost nella geosistemica eleva il ruolo dell'etnografia, della storia e della sociologia a discipline essenziali, rendendo la geosistemica una scienza veramente olistica. La storia geologica di un luogo non è mai separata dalla storia umana che su di essa si è sviluppata. Le migrazioni dei popoli, la fondazione di città, la scelta di materiali da costruzione riflettono un'antica e profonda comprensione del territorio. Il lavoro di Leonardo da Vinci, che ha intuito i meccanismi di sollevamento e di erosione analizzando le conchiglie fossili sulle montagne, o quello di Agricola, che ha sistematizzato la mineralogia, sono esempi di una geosistemica primordiale, in cui l'osservazione dei fenomeni naturali si univa alla loro applicazione pratica per il bene della comunità. L'ingegneria dei Romani, che ha saputo sfruttare le falde acquifere e i materiali litici per costruire acquedotti e strade, è la massima espressione di una pratica che riconosce la Sobornost tra l'uomo e il territorio. .
L'applicazione di politiche e legislazioni che non tengono conto dei meccanismi di feedback del geosistema porta inevitabilmente a fenomeni come la gentrificazione, che è l'esatto contrario della Sobornost. La gentrificazione, un processo di riqualificazione che spinge fuori i residenti originari per far posto a nuovi arrivati con maggiore potere d'acquisto, non è solo un fenomeno socio-economico, ma un processo di depredazione geoculturale. Sottrae al territorio la sua anima, la sua memoria storica e i suoi custodi. I luoghi che ospitano minoranze etniche, le più fragili e vulnerabili a tali dinamiche, vengono spogliati della loro identità. Le tradizioni, le relazioni sociali e le conoscenze ancestrali, che sono risorse inestimabili per il geosistema, vengono sostituite da un'omologazione impersonale. La gentrificazione spezza il legame viscerale tra la comunità e il suo territorio, trasformando il paesaggio da un'entità sacra e co-creativa in una mera merce. Questo processo è inaccettabile non solo per ragioni etiche, ma anche per motivi scientifici, perché mina la resilienza del geosistema. Un sistema privato delle sue componenti più coese e diversificate perde la sua capacità di adattamento e di prosperità a lungo termine. Per questo, il paesaggio e i luoghi delle minoranze non possono e non devono essere considerati risorse monetizzabili, ma devono essere protetti in quanto componenti essenziali per l'integrità del geosistema.
In conclusione, la geosistemica, per essere una scienza completa, deve abbracciare il principio di Sobornost. La vera sfida della contemporaneità non è semplicemente studiare il territorio, ma imparare a vivere in esso in un modo che rispetti la sua unità organica. La protezione delle minoranze etniche e linguistiche, la valorizzazione delle loro culture e il riconoscimento del loro diritto all'autodeterminazione non sono gesti di carità, ma azioni necessarie per la salute del geosistema e per la prosperità di tutta l'umanità. Un mondo che non rispetta le proprie radici e i suoi custodi non può sperare di prosperare in modo duraturo o di costruire un futuro equo e resiliente.