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Dalle ceneri della storia alla sostenibilità: La geologia come scienza ctonia della coesistenza

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    Esplora geologiavventurosa
  • 3 set
  • Tempo di lettura: 4 min

Autore: Nicola Rosso Borghero - SOBORNOST - ‎3 ‎settembre ‎2025

Dinanzi all'inabissamento millenario di una Venezia scolpita su sedimenti alluvionali, al collasso di un'infrastruttura moderna e alla pianificazione di ogni insediamento umano, sorge l'ineludibile quesito: quale architrave di conoscenza sottende a tale fenomenologia? La risposta non risiede nella sola ingegneria o nella pianificazione urbanistica, ma affonda le sue radici nella geologia, una disciplina che si eleva a scienza dura, nel senso più rigoroso del termine anglosassone. Essa non si accontenta di una descrizione superficiale, ma, attraverso i crismi della fisica, della chimica e della matematica, si fa decifratore del grande libro della storia della Terra, un'epopea scritta in roccia, sedimenti e minerali. Questo trattato si propone di sondare la geologia non come un campo di studio isolato, ma come una scienza primaria di confine, le cui intersezioni con altre discipline la rendono l'unico strumento intellettuale in grado di cogliere la complessità del Pan-Fenomeno Socio-Antropico e di fondare un'autentica saggezza territoriale. La geologia instaura un dialogo ininterrotto con il tempo profondo e lo spazio, tessendo una fitta rete di connessioni interdisciplinari che le consentono di fornire un senso olistico al mondo che abitiamo. Tale osmosi intellettuale inizia con la storia del territorio, dove la geomorfologia di un'area si rivela come la forza motrice che ha plasmato i flussi migratori e l'origine delle civiltà. Non si può cogliere l'essenza di Roma senza contemplare l'influenza dei vulcani laziali, che hanno generato il suolo fertile e il tufo, il materiale litico che ne ha definito l'architettura. Un'intuizione pragmatica della geologia è evidente nell'ingegneria dei Romani, la cui maestria nella costruzione di strade e acquedotti testimonia una profonda cognizione delle caratteristiche del sottosuolo, una conoscenza applicata con rigore per individuare falde acquifere o per l'estrazione mineraria, come testimoniato dal Tunnel di Eupalino o dalle miniere d'oro in Spagna. Questo sapere ancestrale non si è disperso nel tempo; al contrario, è stato elevato a un piano speculativo da figure del Medioevo e del Rinascimento. Leonardo da Vinci (1455-1519), con le sue osservazioni sui fossili di conchiglie in alta quota, comprese che non erano reperti del Diluvio Universale, ma prove di un sollevamento tettonico, anticipando l'essenza della geologia dinamica. Contemporaneamente, Georg Bauer, noto come Agricola (1494-1555), attraverso la sua opera “De re metallica”, ha codificato il sapere empirico dei minatori, fondando la mineralogia come scienza. La geologia estende il suo influsso alla palinologia, lo studio dei pollini fossili, offrendo una chiave per ricostruire i climi del passato e prefigurare quelli futuri. Si fonde con l'etnografia e l'architettura, svelando come la scelta di materiali da costruzione come il tufo napoletano o la pietra leccese sia un'espressione di una sapienza geologica radicata. Il suo legame con la geografia e la cartografia antica è ontologico, poiché la morfologia del terreno è la manifestazione superficiale di processi geologici profondi. La geologia si connette intrinsecamente alla biologia naturalistica, poiché la composizione del suolo è il substrato su cui si erige ogni ecosistema. Se l'ecologia, con la sua visione biologica, studia l'organismo, la geologia indaga il corpo ctonio su cui quell'organismo prospera: la Terra stessa. In questo quadro, la geologia trascende la sua connotazione accademica per diventare una questione di sicurezza pubblica e di gestione intelligente del nostro habitat. Nel pan-fenomeno socio-antropico, in cui l'umanità si è fatta forza geologica, la comprensione del territorio è l'unica via per un futuro sostenibile. Il ruolo dei geologi nella prevenzione dei rischi è insostituibile: la mappatura del rischio idrogeologico è un atto di lungimiranza. Dobbiamo imparare a decifrare il territorio per evitare le tragedie del passato, come quella del disastro del Vajont, dove il mancato ascolto degli avvertimenti geologici si rivelò fatale. La geologia è essenziale anche per la transizione energetica: la ricerca di siti per lo stoccaggio di CO2, lo sfruttamento delle risorse geotermiche e l'estrazione etica di minerali critici sono compiti che ricadono interamente sulla sua sfera di competenza. La geologia si erge a "diagnostica" del territorio: l'analisi della subsidenza urbana, dell'inquinamento delle falde acquifere e dell'erosione costiera sono sintomi che solo un occhio geologico può decifrare, permettendoci di agire prima che il danno diventi irreversibile. Qui, si manifesta una profonda e complessa antitesi con una certa visione dell'ecologia. Mentre quest'ultima tende a volte a idealizzare un "equilibrio naturale" statico, dipingendo l'uomo come un elemento distruttivo esterno, la geologia offre una prospettiva più ampia e meno moralistica. La Terra è un sistema in continua evoluzione, dove il cambiamento è la norma, non l'eccezione. Eruzioni vulcaniche, terremoti, glaciazioni: tutti questi eventi hanno modificato il pianeta, ben prima che l'uomo apparisse. In questa visione, l'uomo non è un'entità estranea, ma un agente geologico a tutti gli effetti, la cui attività, come un'alluvione, modifica il paesaggio. La geologia abbraccia il concetto filosofico di Sobornost (соборность), un'idea di unità organica e totalità, dove l'individuo è parte di un tutto più grande. Secondo questo concetto, l'uomo non è in antitesi con la natura, ma ne è un'espressione. La geologia ci insegna che il nostro destino è intrinsecamente legato a quello del pianeta e che una convivenza armonica non si basa sull'idealizzazione di un "equilibrio" perduto, ma sulla comprensione profonda e sul rispetto dei processi geologici che ci hanno creati e che ci plasmano. L'ecologia, con il suo focus spesso limitato, non ha gli strumenti per cogliere tale totalità. La geologia, con la sua visione olistica e dinamica, fornisce la chiave per una coabitazione sostenibile e consapevole. Senza questa saggezza, ogni sforzo di sostenibilità rischia di essere un castello di sabbia, destinato a crollare.

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