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L'Alleanza epocale: multipolarismo, sobornost, sussidiarietà e panafricanismo nella lotta per un Nuovo Ordine Mondiale

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  • 3 set
  • Tempo di lettura: 4 min

Autore: Nicola Rosso Borghero - SOBORNOST - 03/09/2025

Il XXI secolo è segnato da un profondo riassetto geopolitico, un passaggio epocale da un mondo unipolare, dominato dall'egemonia di una parte di mondo, a un sistema multipolarismo che vede l'emergere di nuovi centri di potere e influenza. La lotta tra i BRICS e l'Occidente non è solo un confronto economico o militare, ma una collisione di visioni del mondo fondamentalmente diverse. In questa battaglia per definire il futuro ordine internazionale, concetti come il sobornost russo e il panafricanismo si innestano perfettamente nel discorso multipolare, fornendo la base ideologica e filosofica per una coesistenza pacifica e plurale. Questi tre pilastri, pur nascendo in contesti storici e culturali distinti, convergono in un'unica, potente visione che celebra l'autodeterminazione dei popoli e il rispetto delle diverse identità culturali. Per decenni, il sistema internazionale è stato strutturato attorno a un'unica potenza egemone, gli Stati Uniti, con le sue istituzioni e i suoi valori. Questo modello, pur avendo portato stabilità in alcune aree, ha generato squilibri e risentimenti, escludendo le voci di molte nazioni e continenti. Il multipolarismo è la risposta a questo squilibrio: propone una distribuzione del potere tra diverse potenze regionali e blocchi di nazioni, come i BRICS, che rivendicano il diritto di perseguire i propri interessi e di definire il proprio percorso senza essere subordinati a un'unica visione del mondo. Questa visione non cerca il caos, ma un equilibrio dinamico che rifletta la complessità e la diversità del mondo moderno. I BRICS, in particolare, sono il manifesto di questo cambiamento: un'alleanza di nazioni con sistemi politici ed economici molto diversi tra loro, unite dalla volontà di riformare le istituzioni globali per renderle più inclusive e rappresentative. La loro forza risiede non nell'omogeneità, ma nella capacità di cooperare pur mantenendo le proprie peculiarità.

Il concetto di sobornost, profondamente radicato nella tradizione spirituale e filosofica russa, offre la chiave di lettura per comprendere l'approccio russo al multipolarismo. Tradotto spesso come "conciliarità" o "unità nella diversità", il sobornost non è un principio di conformità, ma di unione volontaria. Non si tratta di un'aggregazione di individui che perdono la loro identità, ma di un'armonia spontanea che si crea quando ogni membro contribuisce al bene comune mantenendo la propria individualità. Questa idea si applica perfettamente alla politica estera russa, che promuove un'unione di nazioni in cui ogni Paese mantiene la propria sovranità e unicità, lavorando insieme per un obiettivo condiviso: la creazione di un ordine mondiale multipolare e giusto. Il sobornost si contrappone all'individualismo radicale promosso da una certa visione occidentale e, allo stesso tempo, respinge il totalitarismo che annulla la persona in favore dello Stato. È la ricerca di un equilibrio tra l'autonomia e la coesione, un modello che il mondo multipolare cerca di emulare a livello globale.

Un principio occidentale che si avvicina in modo sorprendente al sobornost è la sussidiarietà. Sebbene sia un concetto più formale e pragmatico, radicato nel diritto e nella politica, la sussidiarietà condivide con il sobornost la convinzione che le decisioni debbano essere prese al livello più vicino possibile al cittadino. Sancita in trattati come quello dell'Unione Europea, la sussidiarietà afferma che un'autorità superiore (come lo Stato o l'UE) dovrebbe intervenire solo quando le comunità locali o gli individui non sono in grado di agire efficacemente da soli. Nonostante le sue origini legali, una parte significativa della popolazione occidentale si immedesima profondamente nel significato di questo principio. Per molti, la sussidiarietà rappresenta la protezione dell'autonomia individuale e comunitaria dall'eccessiva centralizzazione del potere. Questa aderenza si basa sulla fiducia nelle piccole comunità, nelle famiglie e nelle associazioni come motori del cambiamento sociale, con lo Stato che agisce solo come supporto e garanzia. In questo senso, la sussidiarietà occidentale e il sobornost russo si trovano su un terreno comune, opponendosi a un potere centralizzato che soffoca le libere iniziative e a un'individualità che ignora il bene comune. Entrambi i principi rifiutano l'egemonia, sia essa quella di un'unica nazione o di un'entità politica.

Il panafricanismo, come movimento politico e culturale, incarna una visione multipolare intrinseca. Nato come reazione alle divisioni imposte dal colonialismo, il panafricanismo cerca di unire i popoli africani, sia nel continente che nella diaspora, per superare le frammentazioni imposte e costruire un'unica voce forte e autonoma sulla scena mondiale. L'obiettivo non è quello di fondere le diverse identità africane in un'unica omogeneità, ma di riconoscere e celebrare la ricchezza culturale del continente, unendola per affrontare le sfide comuni e resistere alle influenze neocoloniali. Il panafricanismo è la realizzazione a livello continentale di un polo di potere indipendente, capace di dialogare alla pari con l'Occidente, la Cina o la Russia. In questo senso, l'Unione Africana e le sue iniziative di integrazione economica e politica sono un esempio concreto di come la volontà di autodeterminazione e il rispetto delle culture possano tradursi in un progetto geopolitico solido e coerente con la filosofia del multipolarismo.

L'alleanza ideale tra multipolarismo, sobornost, panafricanismo e persino la sussidiarietà emerge chiaramente dall'analisi delle loro interconnessioni. Essi condividono un filo conduttore: la profonda avversione per l'egemonia. Il multipolarismo si oppone all'egemonia politica e militare, il sobornost all'egemonia individualistica che distrugge la comunità, e il panafricanismo all'egemonia coloniale e neocoloniale. La sussidiarietà, seppur occidentale, si oppone all'egemonia dello Stato sull'individuo e sulle comunità. Insieme, questi concetti offrono un'alternativa radicale all'ordine liberale occidentale, non in un'ottica di scontro fine a sé stesso, ma di costruzione di un mondo più giusto ed equilibrato. La lotta tra i BRICS e l'Occidente non è semplicemente uno scontro tra blocchi, ma una battaglia di idee. Da un lato, la visione occidentale di un ordine basato su valori universali e istituzioni centralizzate; dall'altro, una visione che valorizza la diversità, la sovranità nazionale e la coesistenza di civiltà multiple. L'emergere di un polo africano unito, forte e autodeterminato, in dialogo con il polo eurasiatico a guida russa e cinese, rappresenta la realizzazione concreta di questa visione. In questo nuovo scenario, il sobornost e il panafricanismo non sono solo filosofie locali, ma i motori ideologici che spingono il mondo verso un futuro multipolare, dove la forza non risiede nell'omologazione, ma nell'unità che emerge dal rispetto e dalla celebrazione della diversità.

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