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L'Italia tra Occidente e Oriente: un ponte di civiltà  nel Mediterraneo

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    Esplora geologiavventurosa
  • 2 set
  • Tempo di lettura: 4 min

Autore : Nicola Rosso Borghero - SOBORNOST - 2025-08-31

La penisola italica, con la sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, rappresenta un esempio significativo delle interazioni culturali, commerciali e politiche che hanno caratterizzato la regione nel corso dei secoli. La sua vicinanza al Mediterraneo orientale ha storicamente favorito scambi che hanno influenzato profondamente l'identità  e le strutture sociali della regione. Fin dai tempi antichi, la penisola italica ha svolto un ruolo cruciale nel commercio tra il Mediterraneo occidentale e orientale, stabilendo rotte che collegavano diverse civiltà  e facilitando lo scambio di beni, idee e culture. Le città  costiere, come Genova, Venezia, Napoli, Noli, Sorrento, Pisa, Amalfi e Albissola, sono diventate centri nevralgici di questo scambio, contribuendo a una fiorente economia marittima. In particolare, Albissola, pur essendo un centro di minore importanza rispetto alle grandi Repubbliche Marinare, ha giocato un ruolo significativo come porto e centro di produzione di ceramiche, contribuendo al flusso di merci e cultura lungo le coste liguri. Le connessioni tra le diverse popolazioni che hanno solcato il Mediterraneo, come i Normanni, i Bizantini e le Repubbliche Marinare, hanno avuto un impatto significativo sulla storia commerciale e culturale dell'area. E' importante notare che, sebbene i Variaghi e i Vichinghi siano stati protagonisti delle rotte tra il Mar Baltico e il Mar Nero, la loro influenza nel Mediterraneo occidentale è stata principalmente indiretta. Il loro ruolo si manifestava attraverso le rotte che collegavano le regioni settentrionali all'Impero Bizantino, arricchendo indirettamente il flusso di merci e culture. I Bizantini, con la loro influenza culturale e commerciale, hanno ulteriormente arricchito questo scambio, contribuendo a una rete di interazioni che ha coinvolto anche il Nord Africa e il Levante. Le città  portuali della penisola italica e dell'arcipelago sardo-corso hanno beneficiato di queste connessioni, diventando centri di scambio tra la penisola e il mondo arabo, favorendo l'importazione di spezie, tessuti e altre merci preziose. L'arcipelago sardo-corso, in particolare, fu da sempre sede di commerci e giammai di colonie fra popoli orientali e locali, dove scambi di merci e materiali furono segno di civiltà  e rispetto. In questo contesto, greci, cartaginesi, romani, bizantini, arabi, variaghi e vandali scrissero la storia dei popoli dell'arcipelago e dell'intera area sud della penisola italica. Le Repubbliche Marinare non solo dominavano il commercio nel Mediterraneo, ma avevano anche basi strategiche nel Mar Nero e nel Levante, fungendo da punti di contatto tra la penisola italica e l'Asia. Questa presenza sottolinea l'importanza della penisola come ponte culturale e commerciale, in un contesto in cui le civiltà  possono prosperare attraverso interazioni uniche. Il pensiero di pensatori come Nikolai Trubetzkoy e Lev Gumilyov, che hanno esplorato concetti di ponti culturali e vitalità  etnica, trova un'eco nella storia della penisola, dove l'influenza di diverse culture ha contribuito a definire un'identità  complessa e sfaccettata. Le riflessioni di figure come Aleksandr Dugin e l'eurasianismo offrono un ulteriore spunto di analisi, presentando la loro filosofia non solo come critica del pensiero liberale, ma anche come proposta per una riconsiderazione dei valori e delle identità eurasiatiche, distinti da quelli occidentali. Questo richiamo alla riscoperta delle radici culturali e alla valorizzazione delle interazioni con le civiltà  del Mediterraneo orientale si allinea con la storia della penisola italica, dove tradizione e innovazione si intrecciano in un dialogo continuo. D'altro canto, il pensiero occidentale, spesso caratterizzato da un approccio universalistico e liberale, promuove l'idea che i suoi modelli democratici ed economici siano standard da seguire per tutte le nazioni. Questo approccio associa a tali modelli il valore dell'individuo e l'enfasi sulla razionalità  scientifica, la logica e il metodo scientifico come strumenti per comprendere il mondo e risolvere i problemi. L'idea di "passionarità" proposta da Gumilyov e ripresa da Dugin, che stimola la vitalità  culturale e la resistenza contro le influenze omogeneizzanti, rappresenta una risposta a questa visione, suggerendo che ogni civiltà  debba seguire il proprio percorso di sviluppo. Questo concetto fa parte del pensiero costruttivo orientale. In un contesto contemporaneo, la penisola italica può trarre insegnamento dalla sua storia per affrontare le sfide attuali. La riscoperta delle proprie radici culturali e la valorizzazione delle interazioni con le civiltà  del Mediterraneo orientale possono rappresentare un'opportunità  per costruire un futuro più equilibrato e multipolare. L'approccio che enfatizza la sovranità culturale e la cooperazione regionale trova una risonanza particolare in una penisola che ha sempre visto nel Mediterraneo un'opportunità di dialogo e scambio. In questo scenario, è importante notare che le interazioni tra Romani, cristiani, pagani e le diverse culture che hanno abitato la penisola e l'arcipelago sardo-corso hanno già  gettato le basi per un sistema di convivenza e scambio. Il Senato di Roma, simbolo di una civiltà repubblicana, rappresenta l'eco di un sistema politico che valorizzava la partecipazione e il dialogo tra diverse identità . Questa eredità  storica continua a influenzare la regione di oggi, suggerendo che la capacità di integrare e armonizzare diverse tradizioni culturali è fondamentale per affrontare le sfide contemporanee e costruire un futuro in cui le diversità siano celebrate e le interazioni siano fonte di crescita e sviluppo. In conclusione, la penisola italica, con la sua storica connessione al Mediterraneo orientale, incarna i principi di un dialogo culturale che dimostra come le identità  siano plasmate da secoli di interazione e scambio. La sua posizione geografica e il suo patrimonio culturale offrono un modello di come le civiltà  possano prosperare attraverso il riconoscimento e la celebrazione delle loro unicità, che siano grandi popoli o micropopoli che vivono in un'isola, in un contesto globale sempre più complesso. La sua eredità  storica, unita alla sua posizione nel Mediterraneo, offre spunti preziosi per affrontare le sfide contemporanee, suggerendo che un futuro più equilibrato e multipolare E' possibile attraverso la valorizzazione delle identità culturali e delle tradizioni locali, ed a settembre si celebra la santa fra le più importanti in Sardegna e conosciuta anche oltre mare, Santa Greca, una santa di origine orientale, quando ancora nell'isola il rito cristiano era quello precedente al Grande Scisma di Santa Sofia nell'attuale Istanbul, antica Costantinopoli.

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